sabato 10 dicembre 2011

2 - Prologo, Parte Seconda: COMINCIANDO DALLA FINE

È il 25 gennaio 1925.
Grande serata d'onore in teatro.
Paolina Pezzaglia riceve applausi a non finire, le chiamate al proscenio non si contano.
Lei s'inchina. Fiori, sorrisi, calore del pubblico...
Le viene persino donata una piccola statua che la ritrae nella scena madre de "La Nemica", il dramma che si è rappresentato quella sera, 
uno dei suoi cavalli di battaglia,
sotto la cui base si legge:

All'esimia attrice per serata d'onore
- La Nemica - 25/1/25

L'autore è Urbano Zaccagnini, che l'ha modellata personalmente: non solo futuro titolare di una delle più famose fabbriche di ceramiche artistiche, ma anche, all'epoca, attore nella Compagnia Italiana di Prosa, creata a Firenze da Paolina stessa. 
È felice, Paolina, immersa nel suo meraviglioso mondo, e non sa di avere solo 
pochi mesi di vita.
Di quell’anno lei non vedrà la fine.

La passione per il suo lavoro la travolge, e in seguito non darà peso a quella tossettina insistente, a quei brividi di febbre che la pervaderanno…
Il calore del pubblico guarisce tutto.

Ma non basterà a guarirla dalla violenta polmonite che il 17 dicembre la vincerà, lontano dagli applausi, e forse con la sua bella statua davanti agli occhi, come ultima preziosa immagine di vita e di successo.




Lei è ancora lì,
nella sua posa fatale ed eterna,
in una sorprendentemente espressiva effigie policroma,
a dominare per sempre la scena.


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